Un ricordo di Filippo Farinelli

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filippo farinelli

Che diremo stanotte all'amico che dorme? 
La parola più tenue ci sale alle labbra 
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico, 
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso. ..(Cesare Pavese)
 
...Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? 
Cercatelo sempre nelle ore di vita. 
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. 
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia. 
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora. (Kahlil Gibran)

Filippo Farinelli, già Presidente di ANFI quando era ancora Federazione Felina Italiana, ci ha lasciato il 16 settembre improvvisamente. Abbiamo ceduto ai Poeti le prime parole, noi possiamo aggiungere un ricordo da conservare.

Filippo era una persona gentile ed affabile, elegante e raffinato eppure sempre disponibile e alla mano con tutti, un gentiluono d'altri tempi, mai presente ad una esposizione senza giacca e cravatta, era nella sua natura essere rispettoso. A lui dobbiamo, tra le altre cose, gran parte della transizione da FFI ad associazione riconosciuta dallo Stato ANFI. Lo ricordiamo con affetto e gratitudine e porgiamo il nostro forte abbraccio alla moglie Costanza e ai suoi figli.

Hanne Sophie Sneum

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La perdita di Hanne Sophie Sneum è dolorosa non solamente perchè era una allevatrice di Birmani da tanti anni e una appassionata della razza ma perché era una donna dolce, sorridente e gentile.

Molti hanno potuto apprezzare le sue qualità di Giudice FIFe e la sua grande tenerezza verso i gatti che giudicava, non mancava mai di carezzarli e coccolarli, parlava loro per tranquillizzarli e li abbracciava se li vedeva impauriti.

Le sue qualità umane si manifestavano con chiunque si avvicinasse a lei e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla la ricordano con rimpianto e affetto. Il suo nome non resterà solamente negli annali della storia felina ma sarà scolpito nel cuore di chi l'ha conosciuta.

 

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Ricordo di una bella persona

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Aase Nissen è  volata via ma ci ha lasciato il suo sorriso, la sua amabilità e gentilezza, la sua grande ospitalità. Prima di diventare Giudice FIFe ha allevato Birmani con passione e li giudicava amorevolmente, con il rispetto e l'occhio di riguardo di chi ha ben chiare le difficoltà dell'allevamento; chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerla  ha potuto apprezzarne le doti anche di donna elegante, cortese, affabile, mai sopra le righe. Una Signora da imitare.

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Il premio Paquita

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Antico manuale magico birmano

il premio "Paquita" al miglior gatto nato ed allevato in Italia viene assegnato in alcune esposizioni e si richiama ad una tradizione che viene da lontano

Nella  Birmania antica, una consuetudine secolare, ripresa negli anni ’80 dal club AGaBi per merito dell’allevatore americano Jerry Bartko, storico ed esperto orientalista oltre che caro e rimpianto amico, era quella del collare d'argento con campanelle.
All’epoca Jerry aveva inviato dagli USA alcuni collarini da lui fatti fabbricare, copie di quelli utilizzati dai monaci nei Templi della antica Birmania.
In Birmania alcuni gatti venivano realmente tenuti nei Templi come sacri, i monaci se ne prendevano cura, come la leggenda racconta, e facevano loro indossare un collarino d’argento con le campanelle.
I collarini con sonagli di argento puro avevano lo scopo di mettere in guardia gli uccelli dalla possibile attività predatoria dei felini e, nello stesso tempo, generavano un suono limpido (argentino) in armonia con la purezza e santità della preghiera.
Avevano inoltre un contenuto simbolico e ritualistico connesso al numero fisso delle campanelle (sette) e ai tratti tra le stesse. Ogni campanella aveva il suo nome ed il suo significato e così ogni tratto di maglia interposto.
I significati attribuiti ai collari e ai loro elementi costitutivi erano probabilmente derivati dal “Traipětâk”, uno dei più antichi Canoni buddhisti giunti fino a noi, e dovevano rappresentare un costante richiamo per i monaci alla via della virtù.

Ci sembra che associare il gatto sacro ad una millenaria tradizione possa in parte spiegare il fascino particolare che tale razza suscita nel cuore e negli occhi di chi la ammira.

Questo premio ricorda Paquita la prima birmana giunta in Italia nel 1979 e prima birmana iscritta al Libro Origini italiano, l’antenata dei birmani italiani ai quali, con amore, il premio è rivolto.

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